Kierkegaard: le possibilità e le scelte dell'esistenza

Søren Kierkegaard (1813–1855)
Nascita e contesto familiare:
Søren Aabye Kierkegaard nacque il 5 maggio 1813 a Copenaghen, in Danimarca, in una famiglia benestante e profondamente religiosa. Suo padre, Michael Pedersen Kierkegaard, era un uomo malinconico e molto influente nella vita del giovane Søren, trasmettendogli un senso profondo di colpa e introspezione religiosa.
Formazione:
Studiò teologia all’Università di Copenaghen, ma sviluppò presto un interesse più ampio per la filosofia, la letteratura e la psicologia. La sua tesi di laurea, Il concetto di ironia con particolare riferimento a Socrate (1841), mostrava già la sua inclinazione verso la riflessione individuale e la critica della filosofia sistematica, soprattutto quella di Hegel.
Vita personale e crisi esistenziale:
Un momento cruciale della sua vita fu la rottura del fidanzamento con Regine Olsen, una giovane donna che amava profondamente. Kierkegaard ruppe l’unione, convinto che la sua vocazione religiosa e filosofica fosse incompatibile con la vita matrimoniale. Questo episodio segnò profondamente il suo pensiero, diventando simbolo del “sacrificio dell’amore” per un ideale superiore.
Opera filosofica:
Kierkegaard è spesso considerato il padre dell’esistenzialismo cristiano. Scrisse molte opere sotto pseudonimi per esprimere diversi punti di vista e stati dell’esistenza. Alcune delle sue opere più importanti includono:
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Aut-Aut (Enten-Eller, 1843): descrive la scelta tra la vita estetica (basata sul piacere e la bellezza) e la vita etica (basata sull’impegno e la responsabilità).
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Timore e tremore (Frygt og Bæven, 1843): riflette sulla fede e sul sacrificio attraverso la figura biblica di Abramo.
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La malattia mortale (Sygdommen til Døden, 1849): un’analisi della disperazione come condizione dell’anima umana separata da Dio.
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Il concetto dell’angoscia (Begrebet Angest, 1844): esplora il ruolo dell’angoscia nella libertà umana.
Critica alla Chiesa e alla società:
Negli ultimi anni, Kierkegaard si scagliò contro la Chiesa di Danimarca, che accusava di essere ipocrita e priva di autentico spirito cristiano. Le sue invettive furono pubblicate in articoli e pamphlet, specialmente nel The Moment (Øjeblikket).
Morte:
Kierkegaard morì il 11 novembre 1855, a soli 42 anni, dopo un collasso in strada. Venne sepolto nel cimitero Assistens di Copenaghen. Dopo la sua morte, il suo pensiero venne riscoperto e influenzò profondamente filosofi come Nietzsche, Heidegger, Sartre, Jaspers, nonché teologi come Karl Barth.
Kierkegaard affronta il tema della scelta → decisione tra alternative opposte e inconciliabili che comporta un'assunzione di responsabilità
Individua tre stadi o fasi dell'esistenza:
1. la vita estetica
- è vissuta nell'istante e nella continua ricerca del piacere (Don Giovani e Johannes)
- implica la dispersione del soggetto
- conduce alla noia e alla disperazione
2. la vita etica
- è caratterizzata dalla scelta e dalla responsabilità (il marito)
- comporta la sottomissione alle regole della famiglia e della società
3. la vita religiosa
- implica il "salto" della fede che è paradosso e scandalo per la ragione umana (Abramo)
- comporta un rapporto esclusivo tra l'individuo e Dio
Inoltre afferma che l'uomo è ex-sistenza:
1. può trascendere la propria condizione e proiettarsi nel futuro
2. è progettualità e possibilità, pertanto=
- prova angoscia, intesa come puro sentimento della possibilità
- prova disperazione (la malattia morale), intesa come lacerazione tra finito e infinito → l'unico rimedio alla disperazione è la fede
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